A giugno scorso Madonna dell'Olivo – il frantoio di Antonino Mennella che produce fantastici extravergine a Serre, in provincia di Salerno – è stato l'unico italiano tra i premiati ai The Dieline package design awards di San Francisco, ottenendo la menzione di merito nella sezione Dairy, spices, oils, sauces & condiments. Gli oli di Mennella non sono nuovi ai premi ma in questo caso l'onorificenza era per il contenitore e non per il contenuto, visto che il Dieline è un concorso dedicato al brand packaging.
A ottenere il riconoscimento, il pack Madonna Dell/Olivo Special Edition 2013 pensato per dare una veste più preziosa agli oli – il blend RaRo e i due monocultivar Itrans e Carpellese – per occasioni speciali, con un'interessante commistione tra minimalismo moderno e rimandi arcaici. D'altro canto, enogastronomia e design rappresentano due eccellenze del Made in Italy riconosciute in tutto il mondo e non sorprende che convivano in un unico prodotto. Curiosando sugli autori del packaging - lo studio di design nju:comunicazione di Eboli (Salerno) formato da Mario Cavallaro, Stefano Marra, Annamaria Varallo, Anna Ferrigno, Nicola Feo e Pino De Nicola – si scopre però che c'è dell'altro. Lo stesso team è infatti artefice dell'immagine di alcuni tra i migliori prodotti, eventi e ristoranti campani: dalle cantine De Conciliis ai prodotti targati Maida, dalla Festa a Vico ai ristoranti di Gennaro Esposito e Raffaele Vitale, e molti altri ancora.

La confezione vincente dell'olio di Mennella
Ma cosa cambia nel creare un'etichetta per dei pomodori piuttosto che per un detersivo?
Mario Cavallaro, fondatore e direttore creativo di
Nju, spiega: «Per qualsiasi tipo di cliente è necessario capirne le attitudini ed è fondamentale avere un approccio curioso. Per esempio, lavorando per dei camiciai napoletani ho imparato un sacco di cose grazie alla passione che mettevano nel loro lavoro e che sono riusciti a trasmettermi». È solo un caso, dunque, la specializzazione nel
Food&Wine di eccellenza? «Non proprio – prosegue – sono temi per cui ho io stesso una grande passione, perciò per me è molto più semplice. Se lavori su prodotti come paste artigianali, vini o oli di qualità devi conoscerli tu per primo, per essere in sintonia con chi li compra e rispecchiare al meglio chi li fa: il nostro lavoro è frutto di condivisione, si cerca di creare un'idea insieme o meglio di trasferire idee, luoghi, sensazioni».
Alla base c'è spesso un attento studio su elementi storici o territoriali, come appunto il pack
Madonna dell'Olivo (che riproduce in chiave stilizzata il volto della Madonna, al centro di una leggenda legata alla chiesa accanto al frantoio), il bufalo “primitivo” di
San Salvatore 1988 o il logo del caseificio
Barlotti di Paestum, che riprende la gradazione di un capitello senza cadere nel cliché dei famosi templi. Ma è fondamentale il rapporto umano con il cliente. «Si diventa amici, ci si ritrova a cena e spesso si finisce ad assaggiare i prodotti, a dire la nostra anche sul lato sensoriale – prosegue Mario - Questo è l'aspetto più bello del lavoro.
Bruno De Conciliis, per esempio, è diventato il mio compare di matrimonio. Il restyling delle sue etichette è stato il mio primo lavoro in questo settore: da lì è partito il passaparola».

Lo staff di Nju Comunicazione, agenzia di Eboli (Salerno) specializzata in enogastronomia
A volte nascono anche discussioni che prendono però toni da “bisticcio familiare” e magari portano alla soluzione migliore: «È un processo generativo, creativo. Qualcuno ci ha detto che siamo maieutici, ma è appunto un processo comune. Per esempio, il logo di
Mammà è stato fortemente voluto da
Gennaro Esposito: gli piaceva l'idea delle labbra che riprendono la fonia della parola e riconducono al cibo, al nutrimento». In tutti i casi, l'eccellenza made in Sud nasce a tavola.