01-07-2011
Di ristoranti ne ho girati parecchi, in Italia e all’estero, e posso dire che fino ad oggi probabilmente in nessuno ho trovato un’attenzione all’extravergine pari a quella che trovo, ogni volta, al Mosaico dell’Hotel Terme Manzi di Casamicciola, a Ischia. Il merito va allo chef Nino Di Costanzo che, oltre ad essere autore di piatti fantastici (a 360 gradi, dal contenuto al contenitore, visto che disegna da sè i bellissimi supporti per le sue creazioni), è un grande appassionato di extravergine: «da piccolo, la mia merenda quotidiana era a base di pane, olio e pomodori del piennolo – racconta - oggi non potrei cucinare senza olio», e un giro con lui in dispensa, con uno scaffale tutto dedicato ai diversi oli (senza contare la voce del budget annuale destinato all’extravergine, pari a circa 6mila euro) lo dimostra.
Tra gli addetti ai lavori, in realtà, carte e carrelli degli oli non riscuotono grandi consensi, perchè sono difficili da gestire e paradossalmente possono portare facilmente ad avere tanti oli aperti a lungo, che irrancidiscono e perdono così tutti i loro pregi. Ma in questo caso, il Mosaico rappresenta un’eccezione: quasi tutte le bottiglie sono in formati piccoli (250 ml) e una volta aperte vengono consumate in breve tempo, tra assaggi e uso in tavola. Se entro 3 giorni sono ancora piene, l’olio viene usato nella cucina del ristorante “normale” dell’hotel, che naturalmente conta numeri ben maggiori. Gli oli in questione li sceglie Nino in persona, andandosene in giro per l’Italia ad assaggiare e a visitare frantoi e aziende («prima di usare un olio, voglio conoscere di persona il produttore e il luogo dove nasce») durante i mesi di chiusura del ristorante, da novembre a aprile. In stagione, invece, praticamente non lascia mai l’isola - dove è nato e dove è tornato solo qualche anno fa, dopo un lungo periodo trascorso all’estero - tranne che per qualche puntata a Procida, per comprare il pesce migliore direttamente dai pescatori. In carta ritroviamo “vecchie conoscenze”, tra i migliori e più noti extravergine italiani, e qualche chicca poco conosciuta, come l’extravergine veneto di Gamberoni a Pove del Grappa, Vicenza, +39.0424.800911 e il piemontese Robur di Valentino Veglio di Moncalvo, nell'Astigiano, +39.0141.917869. Uno dei preferiti dello chef è quello siciliano di Terraliva a Buccheri (Sr), +39.0931.880062 ma, spiega lui, «la cosa che mi affascina è proprio che ogni olio sia diverso dall’altro, e che in ogni regione ci siano prodotti ecellenti».
Un’attenzione inusuale ma molto apprezzata da gran parte della clientela, anche se senza forzature. «Alla fine ho conquistato anche i Francesi, che a inizio pasto si aspettano il burro: ma che senso ha proporlo qui al Sud, dove entra raramente anche in cucina?» spiega Nino, e racconta un aneddoto che gli ha regalato particolare soddisfazione: « L’altra sera è venuta un’ospite straniera che, prima di ordinare, ha chiesto espressamente che in nessun piatto venisse usato olio d’oliva, dicendo che non lo amava. Le ho spiegato che era praticamente impossibile, le abbiamo fatto assaggiare alcuni degli oli che abbiamo, e alla fine è andata via con due bottiglie, più una che le ho regalato io». E questo dimostra ancora una volta che all’assaggio l’extravergine di qualità vince sempre.
Tematiche e identità legate all'olio extravergine d'oliva, raccontate da Luciana Squadrilli
a cura di
giornalista, napoletana di nascita e romana d'adozione, cerca di unire le sue tre passioni: mangiare, viaggiare e scrivere