Particolare di Magazzino 52, via Giolitti 52a a Torino. E' il ristorante preferito di Luca Iaccarino, critico di cose buone e scrittore. L'ultima sua fatica editoriale è "Qualcuno sta uccidendo i più grandi cuochi di Torino", editore Edt, 7,57 euro se acquistato online (foto www.magazzino52.it)
Per un goloso, Torino è esattamente il posto giusto in cui nascere: la grande tradizione gastronomica franco-sabauda, le belle piole – prima che diventassero vinerie o “enotavole” le chiamavamo così –, i mastodontici prodotti e i vini del Piemonte, i ristoranti borghesi... Tutto a prezzi “calmierati”, ché Turin non è Milan. Per un goloso nascere torinese è come per un banchiere nascere in Svizzera, per un attore a Los Angeles, per un neomelodico a Napoli.
E io, modestamente, lo nacqui.
In 45 anni di vita ho addentato tutti gli angoli della città, anche quelli più in ombra, ché la mia passione è la cucina popolare, quella fuori dalle guide, dalle rotte più battute. E i 15 bocconi migliori – per me, ognuno avrà i propri – sono quelli delle prossime righe. Se siete di Torino, li conoscerete. Se non siete di Torino, faccio apparecchiare anche per voi.
Magazzino 52
(via Giolitti 52a, +39.011.4271938, www.magazzino52.it)
Lo dico da quando è nato: IL – MIO – RISTORANTE – TORINESE – PREFERITO. Una grande stanza luminosa, arredata con stile, tutta colma di bottiglie. Smart, si direbbe oggi. Una manciata di piatti che cambia tutti i dì, ognuno di un nitore cristallino. Tre ingredienti. Gusti Netti. Abbinati con estro. Stop. Dario e Diego Rista tra cucina e sala, Graziano Cipriano ai vini. Conto sui 45 euro. Se dovessi mangiare in un solo posto, sarebbe questo.
Barbagusto
(via Belfiore, 36, +39.011.2760233)
Non la considero una piola ma una camera in più di casa mia. E’ a cento metri dal mio domicilio e la frequento con maggiore assiduità dello sgabuzzino. Ci sono una stanza, un banco, tovaglie a quadri, Andrea Coppola che cucina un paio di piatti tra il Piemonte, la Liguria e il Lazio, un sacco di amici con cui parlare fino a tarda notte bevendo barbera e timorasso. Si spendono da tre euro per un bicchiere a 25 euro per una cena.
L'ingresso del Caffè Mulassano, (foto www.caffemulassano.com)
Coco’s
(via Bernardino Galliari 28, +39.340.2510393)
La trattoria più verace che c’è. Quella con gli studenti, i lavoratori, i poeti, i travestiti, i mercatari (è proprio in fronte al mercato di piazza Madama Cristina), le prostitute. I proprietari sono quattro fratelli uguali, come i Dalton, e le stanze sature di legni, gagliardetti, la macchinetta delle noccioline, le cartoline con le chiappe e “Saluti da Rimini”. Ma la zuppa ceci e costine è la migliore del mondo.
Trattoria Da Felice
(via Saluzzo 5, +39.011.6505430)
San Salvario è il quartiere più gentrificato di Torino, d’Italia, d’Europa, del Mondo. Qua dove un tempo c’erano i borghesi, poi gli operai, poi gli immigrati ora è tutto un viavai di architetti, musicisti, “creativi”. La cosa non riguarda affatto Felice, ché è una solidissima trattoria abruzzese da decenni. Felice – viene dal minuscolo comune di Castiglione Messer Marino (lo stesso di Antonio Zaccardi, sous-chef di Crippa) – compra roba buona, la cucina bene, sua moglie Grazia in sala la serve ed è finita lì. La Robespierre con patatine fritte: commovente.
Bar Affini (foto Affini/facebook)
Caffè Vini Emilio Ranzini
(via Porta Palatina 9/g, +39.011.7650477)
LA PIOLA. Tutta maiuscola. Senza pari. Senza rivali. Senza se e senza ma. Da tre generazioni. Cioè una stanza in una viuzza segreta a un passo dal Duomo, un cortiletto semi-clandestino che si riempie d’estate, bottiglie, bancone, graniglia e poco altro. Si viene per una barbera e un uovo sodo, se si ha fame per la “merenda disnoira”: vitello tonnato, acciughe e lingua al verde, peperoni, tomini... La prima cosa da fare se non avete mai mangiato a Torino.
Pescheria Gallina
(Piazza della Repubblica 14b, +39.011.5213424, www.pescheriagallina.com)
Boja fauss quanto adoro questo posto. Ma proprio stravedo per la Pescheria Gallina. Allora: siamo al mercato di Porta Palazzo, la mega bolgia, tra i più grandi d’Europa, in quadruplo di Ballarò. Beppe Gallina è pescivendolo figlio di pescivendoli e ha l’occhio astuto d’una triglia di giornata: così al banco vendita ha aggiunto un ristorantino dove con 15 euro si sceglie un piatto – il frittone, il pescione alla piastra – accompagnato da focaccia e vin bianco. Il paradiso in mezzo al casino.
La Cucina di Lido
(corso Novara 35, +39.011.2075527)
Che storia, quella di Lido Baggiani, arrivato dal livornese sessant’anni fa e subito impiegato nel mitico ristorante Plinio, dove servì Primo Carnera. Oggi che ha superato i 70 non ne vuole sapere di andare in pensione: s’è fatto un ristorantino di pesce dove compra e vende il meglio, coadiuvato da vecchi signori in blusa coi bottoni dorati che quando ti portano i piatti dicono “voilà”. 30 euro di divertimento.
Il Geranio
(via Fenoglio 4, Chieri, geranioristorante.it)
Per quel che mi riguarda, i migliori 45 euro spesi nel corso del 2017. Il posto è anonimo – la piana ai piedi di Chieri, nell’hinterland –, la casetta che ospita il ristorante di quelle così, come ce n’è tante. A pranzo ci mangiano i lavoratori, penne all’arrabbiata e cotoletta. Cucina una signora. Ma a cena entra in scena il figlio Christian Mandura e fa un menu snack da 15 portate che è il più audace e divertente della città. Ciaone stelle Michelin.
Il mercato Madama Cristina (foto mercati.comune.torino.it)
Il bar Su Nuraghe
(via San Pio 5, +39.011.6688742)
Questo è un elenco dei “posti del cuore” e non dei posti gourmet, quindi non posso non inserire il bar Su Nuraghe, quello dove faccio colazione tutti i giorni. Ciò che adoro del Su Nuraghe è ciò che non è: non è di moda, non è figo, non è hipster, non ha i monorigine e le infusioni, non è famoso. E’ solo un bar di quartiere, dove il cappuccino di Massimo è normalmente buono, il paninetto semidolce normalmente buono, la mattina ognuno si legge il giornale, si fa i fatti suoi e si rilassa. Se volete star tranquilli anche voi, mi trovate lì.
Piazza Duomo
(piazza Risorgimento 4, Alba) www.piazzaduomoalba.it
Non capita a tutti di avere Crippa a 50 minuti di macchina. Ai torinesi capita. Ed è una grande grande grande fortuna. Da Crippa ci vado naturalmente molto meno di quel che vorrei, ma forse è bene così: non è l’attesa del piacere essa stessa piacere? E averlo così saldamente ancorato alla terra di Langa mi da pace e serenità: saperlo sempre qui, a un passo da casa mia, rende più facile anche il solo sognarlo.
Gastronomia Baudracco
(corso Vittorio Emanuele II 62, +39.011.5628203)
Lo ammetto: da Baudracco ci vado di rado. Ciononostante è in questa lista. Perché? Perché è il nostro Peck (ma con la sobrietà tipicamente sabauda), è la gastronomia più bella della città, quella più ricca, con le vetrine e le scansie colme di ogni ben di dio. Baudracco per un goloso è il paese dei balocchi. Pensate una preparazione gastronomica, un prodotto e quello c’è. Nei miei sogni sono con un magnate – non so, Bill Gates –, siamo amici, assieme entriamo da Baudracco e Bill mi dice: “prendi quello che vuoi, offro io.”
viaggia e mangia per Lonely Planet, Osterie d'Italia, Repubblica e la collana I Cento (EDT). Ha scritto "Dire Fare Mangiare" (ADD), "Cibo di strada" (Mondadori), "Il Gusto delle piccole cose" (Mondadori Electa) e "Qualcuno sta uccidendo i più grandi cuochi di Torino" (Edt). Ama andar per trattorie e ristoranti di blasone portandosi dietro una moglie riottosa e due figli onnivori