Mari e monti: un abbinamento che a tavola sa un po’ di retrò – anche se sdoganato in certe trovate creative di successo – ma che è anche il futuro di Care’s, la kermesse voluta da Norbert Niederkofler, Giancarlo Morelli e Paolo Ferretti per ragionare di sostenibilità ed etica in cucina, in svolgimento in questi giorni nella “casa” di Norbert, il St. Hubertus del Rosa Alpina in Alta Badia, e dintorni.
Qualche ora fa a cucinare ai 2.000 e un po’ metri del rifugio Las Vegas - nome improprio da queste parti, ma posto bellissimo – c’erano alcuni marziani piombati tra la neve e le piste da sci: Martina Caruso col fido sous Giacomo Caravello del Signum, Ludovico De Vivo del Capofaro Malvasia & Resort dei Tasca d’Almerita, con Luca Caruso – fratello di Martina e dominus della sala e non solo, nell’indirizzo di famiglia – che come sempre sorvegliava sorridente. Un gruppetto dunque proveniente da Salina, che dista quasi 1000 chilometri in linea d’aria e un bel po’ di ore di viaggio – più non so quanti cambi di mezzo di trasporto. Che ci faceva?
Presentava, insieme ai succitati
Niederkofler e
Ferretti, l’edizione “calda” di
Care’s, che si svolgerà sull’isola delle Eolie tra il 21 e il 24 maggio prossimi – a proposito, se avete in mente un weekend da quelle parti in quei giorni, cambiate programma: tutti i posti letto nell’isola sono stati requisiti, sono poche centinaia.
Salina e Alta Badia: che c’azzecca? A spiegarlo sono stati Niederkofler, Ferretti e Margherita Vitale, direttore di Capofaro, oltre ai Caruso. «Parliamo di due territori che sono evidentemente molto diversi tra di loro, ma in realtà accomunati da tante cose», hanno spiegato. Ad esempio, dalla fatica: quella di rimanere in luoghi bellissimi ma così periferici, di portare avanti col sudore mestieri a stretto contatto con il territorio – che siano quelli di pescatore, agricoltore o allevatore. Insomma di giocarsi ogni giorno una partita a scacchi con la natura, che sa essere madre solo verso chi la tratta con rispetto, anzi con amore.
Poi c’è il forte link dello qualità enogastronomica: tanto nell’isola quanto qui sui monti si è puntato decisi all’obiettivo dell’eccellenza nelle produzioni e nei prodotti, trovandosi così preparati all’appuntamento con la storia odierna, che vede sempre più questi come fattori di successo, d’imitazione, persino di moda. «E non ultimo – ha chiosato
Ferretti, tra le menti di
Care’s e titolare dell’agenzia di comunicazione
Hmc di Bolzano – c’è il fatto che
Martina Caruso è stata eletta proprio da noi lo scorso anno come migliore
Young Ethical Chef», stasera sapremo il nome di chi è destinato a succederle.

Jock Zonfrillo a Care's (foto di Daniel Töchterle)
Insomma, l’unione tra due differenze (con qualche punto in comune di fondo) farà la forza di un messaggio che dice: «Valorizzare il territorio e andare oltre la cucina, innestare in questa una riflessione sulla cultura nella quale siamo nati e su cosa daremo in eredità ai nostri figli - ha sintetizzato
Niederkofler - Non è più in discussione
se cambiare o meno, perché cambiare è necessario. Bisogna capire
come».
Care’s a Salina si svilupperà su 4 giorni, in 5 locations e vedrà protagonisti 15 chef da tutto il mondo, con il coinvolgimento anche de Le Soste di Ulisse. Bei numeri, tanto per cominciare.