L'Amaro Averna, con la sua ricetta passata attraverso le generazioni ha appena compiuto 150 anni. Un concentrato di Sicilia, con i suoi limoni, le arance amare e i melograni, assieme a erbe mediterranee, radici e spezie sapientemente miscelate. Siamo stati a Palermo per partecipare a questa celebrazione, tra gli angoli più iconici della città alla scoperta di ricette, ospitalità, antichi rituali e tradizioni radicate nel dna dell’amaro siciliano per eccellenza.
La nascita della sua formula è frutto di un incontro che avvenne nel 1868 a pochi passi dall’abbazia di Santo Spirito (CL) quando - leggenda vuole -
Frà Girolamo decise di donare la ricetta segreta a
Don Salvatore Averna, un mercante di tessuti particolarmente benevolo e attivo nella comunità locale, che pensò di mettere a frutto il dono ricevuto iniziandone una piccola produzione nel suo casale a Caltanissetta dove il marchio, ora acquisito dal
Gruppo Campari, mantiene tuttora il cuore dell’attività.

Il profumiere Meo Fusciuni

A sinistra Pierpaolo Bonajuto, dell’Antica Dolceria Bonajuto a Modica
Per celebrare questo importante traguardo,
Averna ha deciso di raccontare il suo "carattere siciliano" attraverso la voce di alcuni personaggi che hanno collaborato alla creazione di una serie di contenuti sui sapori, le tradizioni, l’artigianato e i luoghi simbolo della Sicilia: lo chef palermitano
Filippo La Mantia;
Pierpaolo Bonajuto, sesta generazione di una famiglia che possiede e gestisce la più antica fabbrica di cioccolato in Sicilia, l’
Antica Dolceria Bonajuto a Modica, specializzata nel famoso cioccolato; il profumiere
Meo Fusciuni che ha prestato la sua esperienza esaltando aromi e profumi tipici dell’isola trasformando le sue memorie olfattive in fragranze poetiche, e l'artista
Alice Valenti, ambasciatrice internazionale dell’arte popolare siciliana.

A cena nell’atmosfera settecentesca di Villa San Marco. L’ambiente ideale per l’antico rituale Averna abbinato al menu dello chef Peppe Giuffrè
In occasione dell’anniversario è stata presentata un’edizione speciale a tiratura limitata di
Amaro Averna con un’etichetta realizzata da
Alice Valenti battezzata "Il Dono", che raffigura il momento esatto della consegna della ricetta dal monaco al padre fondatore. Un momento di partecipazione e condivisione che ha dato vita ad un amaro fatto per essere condiviso, un momento di gioia tra due estranei con un unico amore in comune: quello per la Sicilia.
E allora qui, tra i profumi del limoneto di Bagheria, nel fascino settecentesco di Villa San Marco, immersi tra arte, laboratori artigianali e mercati storici, cenando - a base di pesce (tanto pesce), caponata (tanta caponata) e abbondanti fette di cassata (tanta, tantissima cassata) - tra le antiche rovine di Santa Maria dello Spasimo, la più maestosa cattedrale della città, non abbiamo resistito a un brindisi alla Sicilia e alla sua eredità nell’arte e nella natura, nei riti e nelle tradizioni, nella storia antica e moderna, dove non c'è spazio per i mezzi toni, tutto è un’esplosione di colori chiari o scuri, una questione di contrasti tra gusti dolci e amari.

Ultimo arrivato nel mondo Averna: l‘Amaro Averna Riserva Don Salvatore
Senza dimenticarci, però, di seguire le indicazioni dell’antico rituale
Averna: amaro, ghiaccio, salvia e rosmarino; il tutto preferibilmente in un
womb, il bicchiere dalle linee arrotondate creato appositamente per essere adagiato su un fianco e cullato lentamente, avanti e indietro, avanti e indietro. Gli aromi si sprigionano, il ghiaccio si scioglie, e il resto rimane un segreto tutto siculo.